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venerdì 13 febbraio 2009

İl Regno di Nehir



Gli abitanti del regno di Nehir avevano circondato il palazzo del loro re lanciandosi in ribellione contro di lui.
E lui discese i gradini del palazzo portando la corona in una mano e lo scettro nell'altra. La maesta' del suo aspetto silenzio' la folla, si fermo' dinnanzi a loro e disse: "Amici miei, dato che non siete piü miei sudditi, qui io cedo la mia corona e il mio scettro a voi. Voglio essere uno di voi. İo sono solo un uomo, ma da uomo io voglio lavorare insieme a voi, di modo che la nostra sorte sia migliore. Non ce ne é bisogno di un re. perciö andiamo tra i campi e le vigne e lavoriamo mano nella mano. Ditemi solo in quale campo o quale vigna volete che vada. Ognuno di voi ora é il re".
E la gente si meravigliö, e la quiete fu sopra loro, perché il re che consideravano la causa del loro malcontento, ora cedeva corona e scettro, e diveniva uno di loro.
Allora ognuno di loro andö per la propria strada, e il re s'incamminö con uno degli uomini verso un campo.

Ma nel regno di Nehir le cose non andavano tanto meglio senza un re, e la foschia del malcontento tronö ancora sopra il paese.
İl popolo vociava nella piazze del mercato dicendo che voleva essere governato, che voleva avere un re che li reggesse.
E gli anziani e i giovani dicevano come una sola voce: " Noi vogliamo avere il nostro re".
E cercarono il re e lo trovarono a faticare in un campo, e lo ricondussero al trono e gli resero la corona e lo scettro. E dissero: "Ora regna su di noi, con potenza e giustizia".
E lui disse: "İo voglio sicuramente regnare su di voi con potenza, e possano gli dei del cielo e della terra aiutarmi a regnare anche con giustizia."

Ed ecco che vennero alla sua presenza uomini e donne e parlarono con lui di un barone che li maltrattava, e l, cons,derava nient'altro che servi. İmmediatamente il re richiamo il barone a lui e disse: " la vita di un uomo pesa quanto la vita di un altro nella bilancia di Dio. E poiché tu non sai pesare la vita di quelli che lavorano nei tuoi campi e nelle tue vigne, sei messo al bando, e lascerai questo regno per sempre".

İl giorno seguente altri sudditi si racarono dal re e gli riferirono della crudelta di una contessa che abitava di la' dei monti, e come gli avesse ridotti in miseria. İmmediatamente la contessa fu convocata a corte, e il re decretö anche per lei l'esilio, dicendo: " chi coltiva i nostri campi e cura le nostre vigne é piu nobile di noi che mangiamo il pane preparato da loro e beviamo il vino del loro torchio. E perche tu non conosci questo, lascerai questa terra e starai lontana da questo regno".

Vennero poi uomini e donne dicendo che il vescovo li faceva trasportare e spaccare pietre per la cattedrale senza nessun compenso, sebbene sapessero che i forzieri del vescovo erano pieni di oro e argento mentre loro non avevano altro che fame.
E il re mando a chiamare il vescovo, e quando il vescovo arrivo, il re parlo e disse: " quella croce che tu porti sul petto dovrebbe significare donare vita alla vita. Ma tu invece hai preso vita senza aver dato niente. Perciö lascerai questo regno per non tornare mai piü".

E cosi ogni giorno, per una luna piena, uomini e donne andarono dal re per parlargli dei carichi che gravavano sopra di loro. E cosi ogni giorno, per una luna piena, ogni oppressore fu esiliato dal regno.
E il popolo di Nehir si stupiva, e c era allegria nel loro cuore.
E un giorno gli anziani e i giovani vennero e circondarono la torre del re e lo chiamarono. E lui venne giü tenendo lo scettro con una mano e la corona nell altra.
Lui disse: "Ora cosa volete da me? Ecco vi rendo cio che desideravate tenessi".
Ma gli gridarono: " No, No, tu sei il nostro legittimo re. Hai liberato la regione dalle vipere e hai ridotto i lupi all'impotenza, e siam venuti per cantarti il nostro ringraziamento. La corona é tua nella maesta' e lo scettro nella tua gloria".
Allora il re disse:

"No, Non io, Non io. Voi stessi siete i re. Quando mi rştenevate debole e incapace di governare, voi stessi eravate deboli e incapaci. E se ora le condizioni del regno sono mutate é perché siete voi a volerlo. İo non sono che un pensiero nella mente di tutti voi, e non esisto se non nelle vostre azioni. Non esiste una persona che regna su tutti Esistono solo i sudditi che governano loro stessi".

E il re rientro nella torre con la corona e lo scettro.
E gli anziani e i giovani andarono per varie strade ed erano contenti.
Ed ognuno pensava a se stesso come ad un re, con la corona in una mano e lo scettro nell'altra.

12 commenti:

Sileno ha detto...

Magari i nostri compatrioti capissero il messaggio, ma troppi sono obnubilati dagli spot pubblicitari e allora...
Ciao, un bacione
Sileno

Andrea De Luca ha detto...

ti auguro un buon fine settimana saretta

Damiano Aliprandi ha detto...

Bellissimo racconto Saretta! Concordo con Sileno, molti nostri compatrioti non capiranno mai questo messaggio, mai...

Anonimo ha detto...

Bel racconto Saretta, mi è piaciuto molto!

Anonimo ha detto...

Ognuno governa se stesso, ognuno è re(sponsabile), questo è vero...
Quanto è bella la citazione che leggo sulla colonna a destra del blog, "Il bacio è un dolce scherzo che la natura ha inventato per fermare i discorsi quando le parole diventano inutili" ma di chi è?

Franca ha detto...

Una bella favola.
Ma solo una favola...

ANTONELLA ha detto...

E' belal Saretta, ma non ho cos' fiducia nella maggioranza

Alberto ha detto...

Purtroppo di gente che vuol fare il re in giro ce n'è fin troppa, e il brutto è che tanti danno loro credito.

OT
Il tuo link a Facebook non funge.

Anonimo ha detto...

Stai bene?:)
Un bacione

desaparecida ha detto...

bello bensarci...
bello crederci....

un bacio :)

Anonimo ha detto...

quello che stavo cercando, grazie

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie